mercoledì 5 dicembre 2007
Angelus del Papa 1-12-07
TRATTO DA: LA REPUBBLICA.IT DEL 2 DICEMBRE 2007
Prima in visita ai malati dell’ospedale San Giovanni Battista poi all’Angelus, il Pontefice torna sui temi dell'enciclica Spe salvi.
IL PAPA: “La Scienza ha confinato Dio e la fede nella sfera privata”.
"L'unica vera novità della storia umana è l'avvento di Cristo. La storia deve essere rievangelizzata"
Trentamila in piazza San Pietro. "Gli aspetti materiali non ci distolgano dallo spirito del Natale"
ROMA - "Lo sviluppo della scienza moderna ha confinato sempre più la fede e la speranza nella sfera privata e individuale". Benedetto XVI è tornato stamani sui temi dell'enciclica Spe salvi nel discorso che ha preceduto l'Angelus. Secondo il Pontefice "oggi appare in modo evidente, e talvolta drammatico, che l'uomo e il mondo hanno bisogno di Dio, del vero Dio, altrimenti restano privi di speranza".
La scienza, insiste il Pontefice, "contribuisce molto al bene dell'umanità ma non è in grado di redimerla. L'uomo viene redento dall'amore, che rende buona e bella la vita personale e sociale. Per questo la grande speranza, quella piena e definitiva, è garantita da Dio".
"L'unica vera novità della storia è Cristo" sono state le prime parole pronunciate affacciandosi alla finestra del palazzo apostolico. "E la storia chiede di essere costantemente evangelizzata; ha bisogno di essere rinnovata dall'interno". Tutto l'impianto teologico e filosofico della Spe salvi ruota intorno alla necessità primaria di papa Ratzinger e del suo mandato apostolico di bloccare la secolarizzazione della chiesa e il laicismo sempre più dominante. Va in questo senso anche il richiamo alle Nazioni Unite che ieri ha creato qualche imbarazzo diplomatico. Ed ecco la sottolineatura: "L'unica vera novità è Cristo".
L'enciclica s'intitola Spe salvi perché cita le parole di San Paolo:"Spe salvi facti sumus", salvati grazie alla speranza. Speranza e fede nell'intervento del Pontefice nella prima domenica d'Avvento.
"In questo, come in altri passi del Nuovo Testamento, la parola speranza - ha rilevato il Papa teologo - è strettamente connessa con la parola fede: è un dono che cambia la vita di chi lo riceve, come dimostra l'esperienza di tanti santi e sante. In che cosa consiste questa speranza, così grande e così affidabile da farci dire che in essa noi abbiamo la salvezza? Consiste in sostanza nella conoscenza di Dio, nella scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso. Gesù, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ci ha rivelato il suo volto, il volto di un Dio talmente grande nell’amore da comunicarci una speranza incrollabile”.
Prima dell'Angelus il Papa è stato in visita ai malati ricoverati al San Giovanni Battista. E a loro ha consegnato idealmente il testo dell'enciclica. "E' un testo - ha spiegato nell'omelia della messa celebrata in un padiglione - che vi invito ad approfondire, per trovarvi le ragioni di quella speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: anche un presente faticoso". L'importanza della speranza, quindi, e della fede, soprattutto in un luogo di sofferenza.
Anche in corsia il Pontefice si è soffermato sull'Avvento e sul Natale. Un tema che ha ripreso più tardi in piazza San Pietro davanti a circa trentamila fedeli quando ha detto che gli aspetti materiali non devono distogliere dal vero significato del Natale. "L'Avvento - ha spiegato - è tempo di preghiera e di vigile attesa. Ci chiede e ci avverte di attenderlo vegliando, poiché la sua venuta non può essere programmata o pronosticata ma sarà improvvisa e imprevedibile. Che non vi succeda quel che avvenne al tempo di Noè, quando gli uomini mangiavano e bevevano spensieratamente, e furono colti impreparati dal diluvio”.
(2 dicembre 2007)
TRATTO DA: LA STAMPA.IT DEL 2/12/2007
IL MONITO DEL PONTEFICE : "Il mondo ha bisogno di Dio"
L’angelus di Benedetto XVI: “Scienza non basta. La storia deve essere rievangelizzata”.
Cittá del Vaticano.
Lo sviluppo della scienza moderna «ha confinato sempre più la fede e la speranza nella sfera privata e individuale, così che oggi appare in modo evidente, e talvolta drammatico, che l’uomo e il mondo hanno bisogno di Dio - del vero Dio! - altrimenti restano privi di speranza». Con queste parole il Papa torna a parlare della sua enciclica sulla speranza, ’Spe salvì, pubblicata l’altroieri.
Lo fa in occasione dell’angelus. «La scienza contribuisce molto al bene dell’umanità, ma non è in grado di redimerla», ha detto Benedetto XVI rivolgendosi alla folla di fedeli raccolta sotto la finestra del suo studio, in piazza san Pietro. «L’uomo viene redento dall’amore, che rende buona e bella la vita personale e sociale», ha aggiunto, «per questo la grande speranza, quella piena e definitiva, è garantita da Dio, che in Gesù ci ha visitati e ci ha donato la vita, e in lui tornerà alla fine dei tempi». Facendo poi riferimento al tempo di Avvento, che inizia oggi e si conclude col Natale, Papa Ratzinger ha concluso il ragionamento dicendo: «È in Cristo che speriamo, è lui che attendiamo!».
ho scritto il 4 dicembre 2007:
sua Santità Benedetto XVI, all'Angelus, in piazza San Pietro ha detto rivolgendosi ad una folla di trentamila persone: "L'unica vera novità della storia umana è l'Avvento di cristo".
Prima dell'Angelus il papa era stato in visita ai malati ricoverati all'ospedale San Giovanni Battista e soffermandosi sull'avvento del Natale ha spiegato: "l'Avvento è tempo di preghiera e vigile attesa. ci chiede e ci avverte di attenderLo vegliando, poichè la Sua venuta non può essere programmata o pronosticata ma sarà improvvisa e imprevedibile. Che non vi succeda quel che avvenne al tempo di noè, quando gli uomini mangiavano e bevevano spensieratamente, e furono colti impreparati dal diluvio". E ancora: "La grande speranza, quella piena e definitiva, è garantita da Dio, che in Gesù ci ha visitati e ci ha donato la vita, e in Lui tornerà alla fine dei tempi".
da queste parole, riportate integralmente nell'allegato apposto a questo scritto, potete prendere atto, come me, che anche il papa finalmente annuncia la seconda venuta di cristo sulla terra.
riconosciamo nel papa la sua profonda preparazione teologica delle sacre scritture e dei segni dei tempi. anche se, purtroppo, egli non afferma che il tempo della sua venuta è questo.
attendiamo da sua santità benedetto xvi la rivelazione completa del terzo segreto di fatima che è stata resa nota dalla chiesa solo in parte, come già ho spiegato e approfondito gli scorsi anni e gli scorsi mesi (www.giorgiobongiovanni.it), e restiamo anche in attesa che egli possa con coraggio enunciare che la seconda venuta di gesù cristo e il giudizio finale della fine dei tempi è una realtà prossima che si riferisce a questo tempo.
per fine dei tempi si deve intendere la fine di un’era e l'inizio di una nuova era, infatti il vangelo promette il regno di dio in terra.
il cristo attraverso la sua suprema giustizia realizzerà il futuro paradiso in questo mondo.
leggete, meditate e deducete.
giorgio bongiovanni
stigmatizzato
montevideo, 4 dicembre 2007
dal cielo alla terra
messaggio per sua santità benedetto xvi
papa della chiesa cattolica apostolica romana
sarebbe auspicabile una forte, decisa e giusta diffusione della verità riguardante i segni dei tempi e l'annuncio della seconda venuta nel mondo di gesù cristo, così come egli stesso profetizza nel vangelo.
sarebbe inoltre indispensabile la rivelazione completa del terzo messaggio della madre celeste conosciuto come terzo segreto di fatima ancora non del tutto rivelato.
l'annuncio solenne di queste verità, proclamato dalla massima autorità della chiesa cattolica, potrebbe limitare notevolmente le immani sofferenze che l'umanità prossimamente dovrà affrontare nell'apocalisse causata dalle prossime guerre e dai movimenti titanici della terra che ubbidisce agli angeli che coordinano, per volontà del signore adonay, le forze elementali del pianeta, gli zigos (l'acqua, l'aria, la terra e il fuoco).
abbiamo già detto, e lo ripetiamo anche a sua santità benedetto xvi, che amare, venerare e poi disubbidire il cristo-gesù che si vuole rappresentare, proietterebbe la quasi totalità della chiesa cattolica sotto severo giudizio divino facendo precipitare la stessa in una caduta irreversibile verso grandi sofferenze, apostasie e oscuri vortici tenebrosi.
dice l'apocalisse "..... caduta, è caduta Babilonia la grande, ed è diventata una dimora di demoni, un covo di ogni spirito immondo, un covo di ogni uccello immondo ed abominevole". (Ap. 18, 2) questa profezia potrebbe compiersi se la disubbidienza dovesse prevalere SUlla fede, SUlla speranza e SUl coraggio di dire la verità.
il papa benedetto xvi è perfettamente a conoscenza che noi, le celesti milizie, siamo sulla terra e che questo è il tempo tanto atteso. il tempo della parusia, dell'apocalisse e del ritorno del figliuol dell'uomo gesù nel vostro mondo.
gli umili, i semplici, i beati e i giusti annunciano e gridano il prossimo avvento!
manca il suo, sua santità benedetto xvi. l'annuncio solenne del papa successore di pietro.
"estremo" nell'amore, nella giustizia e nella verità oppure "estremo" nella paura, nella disubbidienza e nella debolezza.
a lei, sua santità benedetto xvi, la scelta.
anche per lei, come per tutti gli uomini, vale la legge dell'altissimo adonay, infinitamente misericordiosa del libero arbitrio e onnipotente della giustizia divina.
pace, amore e giustizia sulla terra!
dal cielo alla terra
Giorgio Bongiovanni
Stigmatizzato
montevideo, 4 dicembre 2007, ore 20,43
Prima in visita ai malati dell’ospedale San Giovanni Battista poi all’Angelus, il Pontefice torna sui temi dell'enciclica Spe salvi.
IL PAPA: “La Scienza ha confinato Dio e la fede nella sfera privata”.
"L'unica vera novità della storia umana è l'avvento di Cristo. La storia deve essere rievangelizzata"
Trentamila in piazza San Pietro. "Gli aspetti materiali non ci distolgano dallo spirito del Natale"
ROMA - "Lo sviluppo della scienza moderna ha confinato sempre più la fede e la speranza nella sfera privata e individuale". Benedetto XVI è tornato stamani sui temi dell'enciclica Spe salvi nel discorso che ha preceduto l'Angelus. Secondo il Pontefice "oggi appare in modo evidente, e talvolta drammatico, che l'uomo e il mondo hanno bisogno di Dio, del vero Dio, altrimenti restano privi di speranza".
La scienza, insiste il Pontefice, "contribuisce molto al bene dell'umanità ma non è in grado di redimerla. L'uomo viene redento dall'amore, che rende buona e bella la vita personale e sociale. Per questo la grande speranza, quella piena e definitiva, è garantita da Dio".
"L'unica vera novità della storia è Cristo" sono state le prime parole pronunciate affacciandosi alla finestra del palazzo apostolico. "E la storia chiede di essere costantemente evangelizzata; ha bisogno di essere rinnovata dall'interno". Tutto l'impianto teologico e filosofico della Spe salvi ruota intorno alla necessità primaria di papa Ratzinger e del suo mandato apostolico di bloccare la secolarizzazione della chiesa e il laicismo sempre più dominante. Va in questo senso anche il richiamo alle Nazioni Unite che ieri ha creato qualche imbarazzo diplomatico. Ed ecco la sottolineatura: "L'unica vera novità è Cristo".
L'enciclica s'intitola Spe salvi perché cita le parole di San Paolo:"Spe salvi facti sumus", salvati grazie alla speranza. Speranza e fede nell'intervento del Pontefice nella prima domenica d'Avvento.
"In questo, come in altri passi del Nuovo Testamento, la parola speranza - ha rilevato il Papa teologo - è strettamente connessa con la parola fede: è un dono che cambia la vita di chi lo riceve, come dimostra l'esperienza di tanti santi e sante. In che cosa consiste questa speranza, così grande e così affidabile da farci dire che in essa noi abbiamo la salvezza? Consiste in sostanza nella conoscenza di Dio, nella scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso. Gesù, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ci ha rivelato il suo volto, il volto di un Dio talmente grande nell’amore da comunicarci una speranza incrollabile”.
Prima dell'Angelus il Papa è stato in visita ai malati ricoverati al San Giovanni Battista. E a loro ha consegnato idealmente il testo dell'enciclica. "E' un testo - ha spiegato nell'omelia della messa celebrata in un padiglione - che vi invito ad approfondire, per trovarvi le ragioni di quella speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: anche un presente faticoso". L'importanza della speranza, quindi, e della fede, soprattutto in un luogo di sofferenza.
Anche in corsia il Pontefice si è soffermato sull'Avvento e sul Natale. Un tema che ha ripreso più tardi in piazza San Pietro davanti a circa trentamila fedeli quando ha detto che gli aspetti materiali non devono distogliere dal vero significato del Natale. "L'Avvento - ha spiegato - è tempo di preghiera e di vigile attesa. Ci chiede e ci avverte di attenderlo vegliando, poiché la sua venuta non può essere programmata o pronosticata ma sarà improvvisa e imprevedibile. Che non vi succeda quel che avvenne al tempo di Noè, quando gli uomini mangiavano e bevevano spensieratamente, e furono colti impreparati dal diluvio”.
(2 dicembre 2007)
TRATTO DA: LA STAMPA.IT DEL 2/12/2007
IL MONITO DEL PONTEFICE : "Il mondo ha bisogno di Dio"
L’angelus di Benedetto XVI: “Scienza non basta. La storia deve essere rievangelizzata”.
Cittá del Vaticano.
Lo sviluppo della scienza moderna «ha confinato sempre più la fede e la speranza nella sfera privata e individuale, così che oggi appare in modo evidente, e talvolta drammatico, che l’uomo e il mondo hanno bisogno di Dio - del vero Dio! - altrimenti restano privi di speranza». Con queste parole il Papa torna a parlare della sua enciclica sulla speranza, ’Spe salvì, pubblicata l’altroieri.
Lo fa in occasione dell’angelus. «La scienza contribuisce molto al bene dell’umanità, ma non è in grado di redimerla», ha detto Benedetto XVI rivolgendosi alla folla di fedeli raccolta sotto la finestra del suo studio, in piazza san Pietro. «L’uomo viene redento dall’amore, che rende buona e bella la vita personale e sociale», ha aggiunto, «per questo la grande speranza, quella piena e definitiva, è garantita da Dio, che in Gesù ci ha visitati e ci ha donato la vita, e in lui tornerà alla fine dei tempi». Facendo poi riferimento al tempo di Avvento, che inizia oggi e si conclude col Natale, Papa Ratzinger ha concluso il ragionamento dicendo: «È in Cristo che speriamo, è lui che attendiamo!».
ho scritto il 4 dicembre 2007:
sua Santità Benedetto XVI, all'Angelus, in piazza San Pietro ha detto rivolgendosi ad una folla di trentamila persone: "L'unica vera novità della storia umana è l'Avvento di cristo".
Prima dell'Angelus il papa era stato in visita ai malati ricoverati all'ospedale San Giovanni Battista e soffermandosi sull'avvento del Natale ha spiegato: "l'Avvento è tempo di preghiera e vigile attesa. ci chiede e ci avverte di attenderLo vegliando, poichè la Sua venuta non può essere programmata o pronosticata ma sarà improvvisa e imprevedibile. Che non vi succeda quel che avvenne al tempo di noè, quando gli uomini mangiavano e bevevano spensieratamente, e furono colti impreparati dal diluvio". E ancora: "La grande speranza, quella piena e definitiva, è garantita da Dio, che in Gesù ci ha visitati e ci ha donato la vita, e in Lui tornerà alla fine dei tempi".
da queste parole, riportate integralmente nell'allegato apposto a questo scritto, potete prendere atto, come me, che anche il papa finalmente annuncia la seconda venuta di cristo sulla terra.
riconosciamo nel papa la sua profonda preparazione teologica delle sacre scritture e dei segni dei tempi. anche se, purtroppo, egli non afferma che il tempo della sua venuta è questo.
attendiamo da sua santità benedetto xvi la rivelazione completa del terzo segreto di fatima che è stata resa nota dalla chiesa solo in parte, come già ho spiegato e approfondito gli scorsi anni e gli scorsi mesi (www.giorgiobongiovanni.it), e restiamo anche in attesa che egli possa con coraggio enunciare che la seconda venuta di gesù cristo e il giudizio finale della fine dei tempi è una realtà prossima che si riferisce a questo tempo.
per fine dei tempi si deve intendere la fine di un’era e l'inizio di una nuova era, infatti il vangelo promette il regno di dio in terra.
il cristo attraverso la sua suprema giustizia realizzerà il futuro paradiso in questo mondo.
leggete, meditate e deducete.
giorgio bongiovanni
stigmatizzato
montevideo, 4 dicembre 2007
dal cielo alla terra
messaggio per sua santità benedetto xvi
papa della chiesa cattolica apostolica romana
sarebbe auspicabile una forte, decisa e giusta diffusione della verità riguardante i segni dei tempi e l'annuncio della seconda venuta nel mondo di gesù cristo, così come egli stesso profetizza nel vangelo.
sarebbe inoltre indispensabile la rivelazione completa del terzo messaggio della madre celeste conosciuto come terzo segreto di fatima ancora non del tutto rivelato.
l'annuncio solenne di queste verità, proclamato dalla massima autorità della chiesa cattolica, potrebbe limitare notevolmente le immani sofferenze che l'umanità prossimamente dovrà affrontare nell'apocalisse causata dalle prossime guerre e dai movimenti titanici della terra che ubbidisce agli angeli che coordinano, per volontà del signore adonay, le forze elementali del pianeta, gli zigos (l'acqua, l'aria, la terra e il fuoco).
abbiamo già detto, e lo ripetiamo anche a sua santità benedetto xvi, che amare, venerare e poi disubbidire il cristo-gesù che si vuole rappresentare, proietterebbe la quasi totalità della chiesa cattolica sotto severo giudizio divino facendo precipitare la stessa in una caduta irreversibile verso grandi sofferenze, apostasie e oscuri vortici tenebrosi.
dice l'apocalisse "..... caduta, è caduta Babilonia la grande, ed è diventata una dimora di demoni, un covo di ogni spirito immondo, un covo di ogni uccello immondo ed abominevole". (Ap. 18, 2) questa profezia potrebbe compiersi se la disubbidienza dovesse prevalere SUlla fede, SUlla speranza e SUl coraggio di dire la verità.
il papa benedetto xvi è perfettamente a conoscenza che noi, le celesti milizie, siamo sulla terra e che questo è il tempo tanto atteso. il tempo della parusia, dell'apocalisse e del ritorno del figliuol dell'uomo gesù nel vostro mondo.
gli umili, i semplici, i beati e i giusti annunciano e gridano il prossimo avvento!
manca il suo, sua santità benedetto xvi. l'annuncio solenne del papa successore di pietro.
"estremo" nell'amore, nella giustizia e nella verità oppure "estremo" nella paura, nella disubbidienza e nella debolezza.
a lei, sua santità benedetto xvi, la scelta.
anche per lei, come per tutti gli uomini, vale la legge dell'altissimo adonay, infinitamente misericordiosa del libero arbitrio e onnipotente della giustizia divina.
pace, amore e giustizia sulla terra!
dal cielo alla terra
Giorgio Bongiovanni
Stigmatizzato
montevideo, 4 dicembre 2007, ore 20,43
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento